domenica 6 giugno 2010

Per sposarsi non ci vuole coraggio - Cronache di un addio al nubilato

Cosa ci fanno insieme del feltro, un papiro, una fascia da Miss(poso), delle domande, una fragola e molti pistacchi, la cornetta di una doccia - rotta - e i testaroli al pesto?

Non è l'inizio di una barzelletta demenziale (di quelle che fanno ridere solo Alberto per intendersi) ma un succo concentrato del fine settimana del mio addio al nubilato, cosa in sè per sè triste e un po' nazionalpopolare (affermazione che mi guadagnerà le antipatie di tanti... ma andiamo! Lo so che in fondo in fondo lo pensate tutti!) ma che le mie amiche hanno trasformato in un capolavoro.
Vi risparmio una piatta cronistoria degli eventi. Ma non posso tacere sulle perle.

Capitolo 1
"MI SPOSO!!!
Cazzi tua."

Per sposarsi non ci vuole coraggio?!!? Andiamo. Sono andata in centro vestita da fragola! Un paio di pantacollant verde, una fragola di feltro addosso e un paio di ciabatte rosa fuschia (come dice la mia nipotina) con scritto "Irene" sopra.
Ho girato per il centro a baciare porcellini e sconosciuiti (castamente sulle guancie amore, non preoccuparti, non mi svendo al primo venuto!) e a brindare con bevande ignote mangiando pistacchi.

Capitolo 2
"MI SPOSO!!!
Beata te, noi siamo disperate!"

Due ragazze bellissime, forse modelle, mi guardano - mai frase fu più corretta - dall'alto in basso. La Vale, incurante dei 30 cm circa che ci dividevano da loro (e non ho contato i tacchi) sbandiera felice il mio imminente matrimonio e loro, invece di squadrarci con compassione, si abbandonano in una confessione donna/donna, degna della migliore delle telenovelas messicane, e ci dicono: "Beata te, noi siamo disperate!". Viva la sincerità dall'alto di un tacco 15!

Capitolo 3
"CORAGGIO VS ARROGANZA."

Un personaggio che auguro a tutti voi di incontrare. L'abbigliamento di Corona, i capelli di Jovetic, lo sguardo da Ceccherini, in un total look Dolce e Gabbana. Mi guarda - mai visti prima - e mi dice: "No, cazzo, tesoro, ti sposi??! Veramente, ma perchè??". E, allontanandosi, regala questa perla al mondo:

"Per sposarsi non ci vuole coraggio. Ci vuole arroganza."

Capitolo 4
"CERTEZZE CHE CROLLANO"

Prima di sposarsi è necessario, e le mie amiche lo sanno bene, mettere in discussione le certezze che si credono di avere sul proprio fidanzato. Non so quanti potrebbero reggere al trauma di sapere che in realtà quello che credono da una vita non è vero. Mi viene fatto un test su Alberto. Quante cose so su di lui. Prima di pubblicare la versione integrale posso anticipare che - e questa gliela rinfaccerò finchè campo - dopo avermi stressato per ore per scegliere il millefoglie come dolce nunziale ("perchè, amore, è il mio dolce preferito... mi piace tantone!!!") ha osato dichiarare che il suo dolce preferito è il tiramisù, facendomi cannare la risposta correta. Maledetto. Lui, il millefoglie e il tiramisù.

Capitolo 5
"Chi rompe PAGA"

E i cocci sono suoi. Propongo di tornare a riprenderci i resti della cornetta della doccia che ci è rimastra in mano. Avendola pagata 20 euro ne avremmo diritto, vero Ele??

Capitolo 6
"TU CHIAMALE, SE VUOI, EMO"

EMO (che non è il diminuitivo di scemo, come brillantemente suggerito da Ranieri) è farsi attraversare da EMOzioni (per l'appunto) forti, anche fossero negative. Finire una domenica pomeriggio a prendere il caffè in un bar a Pontremoli e ritrovarsi a piangere come 7 viti tagliate è molto di più che essersi interrogate sulla tendenza adolescenziale del momento. È viverla. Un'esperienza da tagliarsi le vene. Metaforiche ovviamente.


In conclusione ho fatturato 0,75 centesimi dalla vendita di pistacchi (tra Firenze, Filattiera, Pontremoli e Stazzema), dormito circa 2 ore, parlato ben al di sopra delle mie capacità (ma la Franci si è offerta a perdere la voce per tutte, venendo scambiata anche per un trans all'ingresso del bagno delle signore), realizzato che, su un panel considerevole, l'affermazione "MI SPOSO" porta le persone a pensare che ti sia capitata una disgrazia megalitica, ma questo me lo lascio per un altro post.

Ultimo pensiero per i capolavori di questi due giorni. Non il papiro originale, non il vino (ottimo e abbondante), non la Lunigiana e nemmeno la popolazione maschile di Stazzema.
Mentre tornavo a casa, aprendo il cancello con la valigia in mano, mi sono sentita come un bambino su un galeone che ha scoperto il segreto dei pirati. E ho aperto il mio forziere con dentro il tesoro. C'erano le mie amiche.


S.

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