domenica 27 giugno 2010

Per un pugno di euri

Come all'inizio di tutti i grandi progetti, siamo stati constretti a parlare di soldi. Ebbene sì, lo scorso fine settimana, davanti a una tartare e a un orecchio di elefante (unicuique suum, indovinate voi chi mangiasse cosa), abbiamo pianificato il budget 2011.

Niente slide, niente diagrammi a torte, niente excel da consulenti. Piuttosto, ognuno si è frugato nelle tasche, ha tirato fuori le monetine che aveva e le ha messe sul banco. Senza entrare in dettagli ulteriori che potrebbero tediarvi, segnalo soltanto che l'anno prossimo a cena non potremo sempre permetterci ostriche e champagne.

D'altra parte, è noto che Saschia abbia una certa avversione al pesce, per cui rinunciare alle ostriche non sarà un problema. Per quanto riguarda lo champagne, il discorso è diverso. Avendo previsto di pasteggiare a bollicine per i prossimi sessant'anni, dovremo organizzarci. In questo senso, potremmo autarchicamente buttarci sul prosecco dell'amata Conegliano, ripromettendoci di erigere grati un busto bronzeo a Martinotti all'ingresso di casa, non appena le finanze ce lo permetteranno.

In ogni caso, è buffo affacciarsi su un mondo che non conoscevamo, non perché attualmente stiamo vivendo da scialacquatori, quanto perché la discussione di un budget di coppia è qualcosa di completamente distinto dalla gestione dei risparmi personali. È diverso esattamente nella misura in cui il matrimonio è differente rispetto ad altre forme di coesistenza più o meno sociale. Ed è decisamente demodè, almeno quanto avere una prole, rinunciare a qualcosa a beneficio dell'altro (nel nostro caso, il fatto che ci rimanga qualcosa per comprare da mangiare).

Capire che a questo punto le cose si fanno in due e la decisione non è più personale ma di coppia, per quanto ognuno contribuisca al budget di casa, è una sensazione strana specie se ti stai avviando a finire la tartare e i dolci sul menu non sono i tuoi preferiti (per esempio, nel mio caso, il tiramisù).

Riguardo a tutte queste questioni terra terra, io e Saschia siamo tragicamente d’accordo. Non chiedeteci quindi un parere sulla comunione dei beni. Ci penseremo, ma francamente non sapremmo darvi un’opinione. Per quanto ci riguarda, sarà tutta una questione di comodità di gestione, non certo di sostanza. Non siamo nella situazione del ricco vecchino invaghito della giovane senza scrupoli, in dolce attesa del suo infarto.

Se ti sposi, ti sposi. Se siamo così ringrulliti da decidere di condividere una vita, figuriamoci se possiamo perdere tempo a pensare ai conti correnti.

A.

1 commento:

  1. Quoto a manetta, sopratutto l'ultima frase:
    "Se ti sposi, ti sposi. Se siamo così ringrulliti da decidere di condividere una vita, figuriamoci se possiamo perdere tempo a pensare ai conti correnti."

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