martedì 14 settembre 2010

Il mio nome è Maipù

Di seguito lo sforzo creativo di Salbe per raccontarvi
una delle più grandi menzogne che la letteratura di viaggio ricordi. Si legge sulla Lonely Planet: Maipù, culla vitivinicola dell'argentina da gustarsi girando allegramente per bodegas in bicicletta.

Arriviamo con l'autobus carichi di speranze e pronti alle degustazioni della vita con tanto di quadernino professionale alla mano, ma la realtà ci viene incontro.
E non è una veritas in vino. Non una vigna nel raggio di chilometri. Siamo consapevoli di trovarci di fronte a un'invenzione ad hoc per turisti creduloni.
Ma noi non ci stiamo. Denunciamo. Saschia, Albe, Maipù.

"Io non lo so chi c'ha ragione o chi no, se è una questione di etnia, di economia è difficile saperlo.
Quello che so è che è solo fantasia e che la lonely ci ha tradito e così sia, poche ore per un giro in bici per noi, così moderni.

C'era una volta qualche vigna, c'era una volta una cantina, c'era una volta e voglio che sia ancora...

E voglio i nomi di chi ha mentito, di chi ha parlato della terra giusta io non le vedo qui le vostre sante vigne (Mai mai mai pù)...
E voglio i nomi di chi si impegna a fare i conti con la propria vendemmia, bevete pure voi che avete ancora voglia..."

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