Iva, Iva la si chiama!
E con una citazione di cinema d'autore - decisamente non per tutti (ho fatto un Master, non dimenticatelo!) - non si può che impegnarsi per scrivere un post all'altezza.
La Partita Iva. La vera tappa che fa di un lavoratore dipendente un lavoratore autonomo.
Autonomo. Che parola! Non vi sentite già un po' liberati? Via le catene, il gioco secolare! L'indipendenza, la libertà, l'ebrezza dell'incertezza. E cosa volete che sia non avere la benché minima idea di quanto si guadagnerà da qui a un mese e soprattutto se si guadagnerà qualcosa? Il rischio è sempre stato affascinante, il pericolo è il mio mestiere (oggi giornatona, quanto a citazioni).
Chiamo il commercialista, tutta contenta. Quasi saltellando dico: "Devo aprire la partita iva!"
Prima domanda: "Che fai tu esattamente?"
Perché mi sento sempre deficiente a rispondere "la scrittrice"? Mi sembra che suoni come quando alle elementari ti chiedevano che mestiere avresti voluto fare da grande e tu rispondevi "l'astronauta" (anche se io da piccola avevo le idee chiare e volevo fare la banchiera - avevo più testa a 7 anni che adesso).
Comunque: la risposta giusta è: la scrittrice.
Silenzio dall'altro capo del telefono.
Sento in dovere di giustificarmi. È più forte di me.
"Cioè, la scrittrice... - risata finta, come per far intendere: dai! mica ci avrai creduto sul serio! - La sceneggiatrice." Massì, proviamoci. Mi sento un po' una ladra a darmi della sceneggiatrice, ma in fondo qualche sceneggiatura l'ho scritta... avanti Saschi!
Il silenzio dell'altro capo è interrotto da un eloquente: "Mmmh."
Ti prego, fai che non dica "Ah! Le scenografie!".
Silenzio. Ancora. Sempre più profondo.
Di nuovo, la stessa esigenza.
"Nel senso: scriverei sceneggiature, ma mica solo quello! Faccio anche la editor - terreno sempre più scivoloso -, faccio ancora qualcosa per la pubblicità e... - ce l'ho! Posso ancora salvarmi! - scrivo storie per bambini! Applicazioni per ipad per bambini!"
Cioè, nessuno tocchi i bambini! Appena dici "bambino", automaticamente assumi una specie di giustificazione sulla tua esistenza. Anche se fai un mestiere apparentemente inutile. Come la scenografa. Ops, scusa volevo dire la sceneggiatrice.
Silenzio.
"Saschia, sai che si fa?"
"No (battito di coda, stile labrador) che si fa?"
"Vai sul sito dell'agenzia delle Entrate. Ci sono 50 pagine in corpo 7 di denominazioni di aree di lavoro. Scegliti la tua, vai."
A posto!
Inizio già a rimpiangere la banca.
S.
giovedì 19 gennaio 2012
Come la si chiama la Zanicchi di nome?
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