"Piuttosto che".
La prima volta che in mia presenza un amico disinvolto e gaudente usò "piuttosto che" con valenza avversativa, anni fa, rimasi sbigottito, convinto di aver capito male. "Sai, Albert, questo è un modello fantastico. Lo puoi usare da un sacco di parti: in progettazione, piuttosto che in fase di test, piuttosto che in produzione...".
Piuttosto che.
Il bel mondo straripa di piuttosto che, con quel retrogusto snob che sa molto di famiglia facoltosa del nord. Percepisco che l'allure estremo è raggiunto quando la frase si interrompe a metà, con un piuttosto che che lascia presagire le altre numerose possibili alternative, come fosse l'etc. delle conversazioni di alto livello.
Preferisco rimanere a casa piuttosto che andare a lavorare. L'esempio non è edificante ma è chiaro. Semplice. Non o l'una o l'altra, ma, tra le due, una più dell'altra.
Piuttosto che, potius quam.
L'indifferentismo ci ha consegnato una locuzione deforme. Il bianco e il nero delle nostre preferenze si sciolgono in un grigio anonimato.
Accettare il "piuttosto che" avversativo è avvallare che la cacofonia prenda il sopravvento sull'armonia di un semplice "o", diretto come il suo frequente utilizzo richiederebbe.
Accettare il "piuttosto che" avversativo è accettare che il bello non si accompagni più al giusto ma dipenda dalle mutevoli inclinazioni del momento.
Accettare il "piuttosto che" avversativo è condividere un'entropia linguistica che porterà l'universo a una morte per omologazione.
Non sempre assisto silenzioso a questo suicidio. Complice una certa confidenza, famelico, mi avvento sulle mie prede e ci gioco come il gatto fa col topo. Semino il dubbio e la casa costruita sulla sabbia si disfa rovinosamente e ciò che resta è un farfugliato "sì, però si dice...". Non basta. Per i seguaci del piuttosto che sarebbe appropriata la gogna e quattro ore di conversazione coatta con Marco Travaglio. No, forse no, questo sarebbe davvero troppo severo.
A.
ps. a chi volesse redimersi o abbandonare la guerra silenziosa, cominciando ad alzare la voce, chiedo di unirsi a noi qui e qui.
(2 - continua)
giovedì 1 settembre 2011
Piuttosto che parlare banalmente come voi mi taglio la lingua / 2
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Termine prettamente snob usato in tutto il settentrione...patria di capre doc. Giardino dell'incontrastata ignoranza accompagnata da frasi come "andiamo IN colonne" o (e badate bene ho detto 'O' non 'piuttosto che') "ci vediamo IN poste". Ma perché non andate IN scuola a studiare la grammatica italiana...altrimente potete sempre andare IN fanculo ;)
RispondiElimina'Piuttosto che' può essere usato correttamente in funzione coordinativa o avversativa. L'uso disgiuntivo è quello scorretto.
RispondiEliminaRettifico. Corretto: comparativo/avversativo. Scorretto: coordinativo/avversativo.
Eliminascorretto: coordinativo/disgiuntivo
RispondiEliminaDevo smettere di bere birra...
Posso aggiungere alla crociata l'uso del "quant'altro" e "immaginario collettivo", per i quali la conversazione coatta con Travaglio sarebbe anche poco come punizione
RispondiEliminaE il "combinato disposto" dove lo mettiamo?
RispondiEliminaAltro che la gogna, due bei giri di chiglia ci vorrenbero...