mercoledì 14 settembre 2011

La bellezza della verità


La verità ha i capelli spettinati e il segno degli occhiali sul viso. Troppo sole e troppo forte per poterne fare a meno. La verità non si inchina ma procede, testarda. La verità non fa collezione di premi, ma li restituisce, pensando che forse sarebbero buoni solo a impolverarsi. E, si sa, alla verità spolverare piace poco.

Mentre l'articolo più cliccato di oggi (perché oggi effettivamente le cose si cliccano, non si leggono) sul corriere è "il regalo di Pato alla prima di Barbara" (e il dramma è che tutti hanno già capito di chi stiamo parlando, quando invece l'unica domanda plausibile a questa affermazione dovrebbe essere: Barbara chi?), c'è una notizia che passa inosservata, come passa inosservata la verità decine, centinaia di volte al giorno.
È morto Walter Bonatti, una leggenda dell'alpinismo italiano. Un uomo per cui l'onore e la lealtà hanno significato qualcosa di concreto, nella vita. Qualcosa di tangibile, che non ha voluto rinchiudere in una riconoscenza.
Le targhe tenetele voi, avrà pensato, per salire sul tetto del mondo mi impicciano e basta.
"La montagna mi ha insegnato a non barare, ad essere onesto con me stesso e con quello che facevo".
Un uomo che non si è venduto: questo non è come scalare una montagna. È possibile.

S.

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