domenica 30 maggio 2010

Alive.

Reduce da un fine settimana intenso. Sopravvissuta a un addio al nubilato.
Il mio.
In mano un magnifico cerchietto bianco con perline e velo incorporato (grazie Gloria!!), due occhi gonfi, un'illustrazione meravigliosa del re dei papiri e un vasetto di pesto in frigorifero (via, diciamo mezzo). Le mie amiche nel cuore. Tutte. Forse stanno un po' strette, ma non ho nessuna intenzione di lasciarne andare nemmeno una. Meglio dare una scrollatina a lui - il cuore - per farlo un po' meno mio e un po' più loro.

Un addio al nubilato incredibile. Per giorni me lo sentirete commentare, ne scriverò fino alla nausea. Se riesco anche solo a far capire cosa abbia significato, allora ho un futuro con questa penna in mano.

Dopo le 3 ore di sonno di stanotte, l'ora è appropriata per augurare a tutti la buonanotte. Anche se devo confessare che il mio costume da fragola addosso inizia a mancarmi terribilmente.

Le mie amiche sono i capolavori più sconvolgenti della natura. Lunigiana compresa.

S.

giovedì 27 maggio 2010

Ok la data è giusta


Cento! Cento! Cento!!...


PS: Mancano 100 giorni alla data X!

Un nome dolcissimo

"... Mi serve questo. Attaccarmi così - dico con l'immaginazione - alla vita. Come un rampicante attorno alle sbarre di una cancellata.
...Guardi, qua, sotto questo baffo... qua, vede che bel tubero violaceo? Sa come si chiama questo? Ah, un nome dolcissimo... più dolce d'una caramella. La morte, capisce? è passata. M'ha ficcato questo fiore in bocca, e m'ha detto: - "Tientelo, caro: ripasserò!"

Questa non sono io. A volte altri hanno già usato parole migliori di quanto non sarebbero le nostre per descrivere le stesse situazioni.
È giusto che nel blog ci sia di tutto. Il divertente, il buffo, il bello e il brutto. Le cose allegre e le cose tristi. Le risate e i pianti. Le cose che scottano e quelle gelide. Perchè questa è la vita e la vita è fatta per essere condivisa con gli altri.
L'immaginazione ci può salvare o uccidere, dipende. La vita vissuta per sè, ognuno nella prigione del proprio cuore, ci uccide prima della morte.
Siamo liberi se usciamo e se ci rendiamo conto quanto questo cuore possa essere piccolo e senza luce.

S.

martedì 25 maggio 2010

Una sposa buffa

Odio guardare per ore cataloghi con vestiti da sposa, andare alle mostre tipo "Ecco gli sposi", "Viva gli sposi", "Tutto sposi", "Senza sposi" e "Mica sposi". Il bianco inizia a farmi venire voglia di vomitare e francamente non credo di essere in grado di reggere una converszione che superi i 3 minuti sui tagli del vestito. Un minuto scarso se si parla di tessuti. Non so la differenza tra seta, raso, chiffon e shantung (ho controllato ora come si scrivesse). Forse sono un maschiaccio ma i miei adorati pantaloni larghi vincono sempre su tutto. E poi lo sapete che non so camminare sui tacchi.

Mi dicevano "Vedrai Saschia, ti proverai tanti vestiti ma a un certo punto, mentre ti aiuteranno a indossarlo, lo percepirai, tutto di un colpo. Ti sentirai tanto emozionata, ti batterà tanto il cuore e capirai che lui, solo lui, è il vestito giusto. A quel punto lo avrai scelto."
Accidenti. Un vestito e tutta questa comunicazione. Un vestito. Niente. Due vestiti. Niente. Al sesto ero, nell'ordine:
- sfavatissima perchè mi sembravo un sacco di borotalco senza scatola con questa stoffa bianca che finiva ovunque;
- divertita perchè mi sembravo ridicola come non mai (forse fatta eccezione per quando mia mamma mi ha vestito da nepalese alla festa di carnevale della III elementare);
- in mutande in un camerino a entrare e uscire da abiti bianchi aggrappata a Lorenza (la ragazza che mi aiutava) come un primate a un albero di banane;
- preoccupata dal non sentire minimamente nessuna comunicazione dalla mole bianca che divideva con me il camerino (facciamo 3/4, 1/4);
- distrutta perchè mi facevano male i piedi con le scarpetacco8 "comodissime".

Alla fine io la voce dell'abito non l'ho sentita. È probabile che abbia problemi di comunicazione.
Vi immaginerete che quindi il post si concluda con un "Allora ancora non l'hai trovato questo vestito!".
E qui vi frego. L'ho trovato, sì. Ma le uniche due voci che hanno parlato sono state quelle del mio emisfero destro e di quello sinistro. Più un messaggino di Albe e la voce della mamma di sottofondo. Cosa abbiano detto me lo tengo per un altro post.

Sfaterò un mito ma a me il vestito non mi ha detto un bel niente. Le cose sono due. O sono sorda (e già ne ho delle avvisaglie) o sono proprio una bestia.

S.

PS: Non mi chiedete come sia. Non per cattiveria, ma non saprei veramente come spiegarvelo.

martedì 4 maggio 2010

- 4

Come quando ha nevicato sulla collina di Baroncelli.
Come la temperatura del gelato al pistacchio (perchè invece la fragola preferisce stare un po' più al caldo).
Come l'ultima camminata per Milano, ghiacciati e sereni. Guanti e tisane.
Come la Fiorentina, in queste ultime giornate.
Come 10 - 14.
Come la Patagonia in primavera.
Come la brina sul motorino quando esco di casa presto e so che non ti vedrò per altri 4 giorni.
Come il Martedì.
Come il conto alla rovescia prima della fine della scuola.
Meno quattro, come il Dante Rock prima della fine di un altro anno.
Come le cose burocratiche che rimangono da fare per questo matrimonio.
Come le righe che mancano per fare di un racconto assolutamente normale un capolavoro.
Come gli jogurt fatti a mano che ho ancora in frigo.
Come le ultime cose da fare in ufficio prima di andare via stasera.

Se 4 mesi sembrano pochi, provate a viverli lontani.

S.