martedì 29 giugno 2010

Regina di Fiori


Tengo la metà dei dialoghi della mia vita attraverso Skype. Se considerate che comunque sono sempre invisibile e raramente mi accorgo in tempo di chi mi scrive - prima di trovarlo drammaticamente disconnesso - si intuisce facilmente che le relazioni non sono di facile gestione.
Ma questo, per una che lavora nel settore, è pane per i denti (pane metaforico ovviamente, vista la dieta che mi attanaglia) e allora, via con l'organizzazione 2.0 del matrimonio.

Capitolo FIORI

Le donne amano i fiori. Ah sì? E se a me piacessero di più i fucili da caccia di mio nonno Lionello come la mettiamo?! Diciamo che quasi tutte le donne li amano, ma c'è chi non sviene alla vista di rose e mimose. Alberto, che invece li adora, se ne intende molto più di me e quindi è facile capire come questa parte organizzativa sia toccata a lui.
C'è però una cosa che non posso delegare al pistaccio, ovvero il mazzolino da sposa. Le idee che mi hanno oltrepassato il cervello sono state: non farlo e presentarmi con qualcosa di alternativo in mano (alternativo non tipo kefia, ma qualcosa in controtendenza) usare dei carciofi (ma non è stagione maledizione... i carciofi sarebbero stati fantastici!) o delle penne. Ho dovuto subito cambiare rotta quando mia sorella mi ha guardato con gli occhioni teneri e mi ha detto: "Ma nemmeno se te lo coltivo io con tanto amore??!"
Come si fa a resistere a un'affermazione del genere?
Allora ok per questo mazzolin di fiori che vien dalla montagna.

Mi disinteresso completamente della questione fino a qualche giorno fa quando Chiara mi scrive su Skype:
C "Come lo vuoi tenere in mano?"
S "Scusa?"
C "Sì, come preferisci tenerlo in mano?"
S "Non credo di avere preferenze. Ma scusa in quanti modi si può tenere un fiore in mano?"
C "tipo mazzo, tipo bouquet o tipo scettro"
S "..."
C "Lo scettro secondo me è quello che impegna meno"
(assolutamente in linea con il nome, umile e di poche pretese)
S "Ma è grave non sapere la differenza? Perchè credimi, non la so."
Chiara, paziente, mi spiega la differenza (sta andando a lezione da una fioraia), mi spiega che i fiori hanno un davanti e un dietro, fino a che, stremata, mi dice che posso comunque anche cercarmelo su internet.

Sulla fiducia vada per lo scettro. Ora ci si informa un po' anche per la corona.

S.

PS: Voglio proprio sapere, per inciso, quanti sapessero questa storiellina del davanti e del dietro...

domenica 27 giugno 2010

Per un pugno di euri

Come all'inizio di tutti i grandi progetti, siamo stati constretti a parlare di soldi. Ebbene sì, lo scorso fine settimana, davanti a una tartare e a un orecchio di elefante (unicuique suum, indovinate voi chi mangiasse cosa), abbiamo pianificato il budget 2011.

Niente slide, niente diagrammi a torte, niente excel da consulenti. Piuttosto, ognuno si è frugato nelle tasche, ha tirato fuori le monetine che aveva e le ha messe sul banco. Senza entrare in dettagli ulteriori che potrebbero tediarvi, segnalo soltanto che l'anno prossimo a cena non potremo sempre permetterci ostriche e champagne.

D'altra parte, è noto che Saschia abbia una certa avversione al pesce, per cui rinunciare alle ostriche non sarà un problema. Per quanto riguarda lo champagne, il discorso è diverso. Avendo previsto di pasteggiare a bollicine per i prossimi sessant'anni, dovremo organizzarci. In questo senso, potremmo autarchicamente buttarci sul prosecco dell'amata Conegliano, ripromettendoci di erigere grati un busto bronzeo a Martinotti all'ingresso di casa, non appena le finanze ce lo permetteranno.

In ogni caso, è buffo affacciarsi su un mondo che non conoscevamo, non perché attualmente stiamo vivendo da scialacquatori, quanto perché la discussione di un budget di coppia è qualcosa di completamente distinto dalla gestione dei risparmi personali. È diverso esattamente nella misura in cui il matrimonio è differente rispetto ad altre forme di coesistenza più o meno sociale. Ed è decisamente demodè, almeno quanto avere una prole, rinunciare a qualcosa a beneficio dell'altro (nel nostro caso, il fatto che ci rimanga qualcosa per comprare da mangiare).

Capire che a questo punto le cose si fanno in due e la decisione non è più personale ma di coppia, per quanto ognuno contribuisca al budget di casa, è una sensazione strana specie se ti stai avviando a finire la tartare e i dolci sul menu non sono i tuoi preferiti (per esempio, nel mio caso, il tiramisù).

Riguardo a tutte queste questioni terra terra, io e Saschia siamo tragicamente d’accordo. Non chiedeteci quindi un parere sulla comunione dei beni. Ci penseremo, ma francamente non sapremmo darvi un’opinione. Per quanto ci riguarda, sarà tutta una questione di comodità di gestione, non certo di sostanza. Non siamo nella situazione del ricco vecchino invaghito della giovane senza scrupoli, in dolce attesa del suo infarto.

Se ti sposi, ti sposi. Se siamo così ringrulliti da decidere di condividere una vita, figuriamoci se possiamo perdere tempo a pensare ai conti correnti.

A.

venerdì 25 giugno 2010

Conosci il tuo pistacchio?

Pubblichiamo, per amore - solo per amore - della verità, una sintesi delle domande che mi sono state fatte per testare la mia conoscenza su Alberto. Con relative risposte.

Dopo aver azzeccato a man bassa libro preferito, vino preferito, portiere preferito, la persona che veramente Albe non sopporta (credo l'unica al mondo), pantaloni preferiti da esame e il suo miglior acquisto, veniamo alle dolenti note.

DOLCE PREFERITO
Facile, direte voi.
Il Catelani, così carino e per bene, prima mi plagia giurando e spergiurando che il millefoglie è al top dei suoi desideri - bieco! - poi dichiara che come il tiramisù non c'è niente. Se il buongiorno si vede dal mattino...
Di una cosa siate sicuri. Al matrimonio non ne vedrete nemmeno una, di foglia.

NOSTRA CANZONE
... attimo di panico. Abbiamo una canzone???!
Non posso sbagliare questa, è troppo scandalosa. Poi l'illuminazione. Wonderful tonight, Eric Clapton. "Romanticoniiiii" direte voi. Il motivo? Ascoltate bene il testo.
Lui ha mal di testa e tocca guidare a lei!

COMPLEANNO DELLA MAMMA DI ALBERTO
Alberto: "10 settembre. Questa Saschia non la sa..."
Comunque ora ho imparato.

COSA SA CUCINARE IL FRATELLO DI ALBE?
Sà e Albe, all'unisono: "Assolutamente nulla!"

LE DUE COSE CHE ALBE NON SOPPORTA SIANO FATTE A TAVOLA
Questa è l'unica domanda che non potrei mai sbagliare. Calatevi un attimo nei miei panni. Ogni cena, pranzo, merenda, colazione, aperitivo, 2 cose mi sono vietate:
- Versarmi acqua o vino da sola
(cosa che continuo a fare regolarmente... posso stare ad aspettare che mi versi l'acqua uno che beve un litro alla settimana?)
- Appoggiare i gomiti sul tavolo.
Se, per un brevissimo momento della mia vita, ho pensato che non ci fosse nessuno di più rompipalle di mia sorella Ilaria che a tavola ne aveva una per tutte, appena ho incontrato Alberto mi sono subito rassicurata. Che meraviglia! Mi sento decisamente a casa.

Taccio sulle altre domande mielose e vi risparmio baci, momenti più romantici, ricordi del nostro passato e l'ultimo tagli di capelli.
Vi dirò invece che ho cannato clamorosamente: quante volte Albe controlla di avere la patta dei pantaloni chiusa, dove era l'11 settembre 2001, l'autore del gol della vittoria di una partita della Fiorentina dove ha quasi perso la vita (Fiorentina - Udinese 1-0 Edmundo al 90', stagione 98-99), diottrie dell'occhio destro e l'ora della sveglia al mattino.
Vero. Un po' di sbagli ci sono.
Ma trovatela un'altra che lo prende con i pigiami che si mette per andare a dormire.

S.

domenica 6 giugno 2010

Per sposarsi non ci vuole coraggio - Cronache di un addio al nubilato

Cosa ci fanno insieme del feltro, un papiro, una fascia da Miss(poso), delle domande, una fragola e molti pistacchi, la cornetta di una doccia - rotta - e i testaroli al pesto?

Non è l'inizio di una barzelletta demenziale (di quelle che fanno ridere solo Alberto per intendersi) ma un succo concentrato del fine settimana del mio addio al nubilato, cosa in sè per sè triste e un po' nazionalpopolare (affermazione che mi guadagnerà le antipatie di tanti... ma andiamo! Lo so che in fondo in fondo lo pensate tutti!) ma che le mie amiche hanno trasformato in un capolavoro.
Vi risparmio una piatta cronistoria degli eventi. Ma non posso tacere sulle perle.

Capitolo 1
"MI SPOSO!!!
Cazzi tua."

Per sposarsi non ci vuole coraggio?!!? Andiamo. Sono andata in centro vestita da fragola! Un paio di pantacollant verde, una fragola di feltro addosso e un paio di ciabatte rosa fuschia (come dice la mia nipotina) con scritto "Irene" sopra.
Ho girato per il centro a baciare porcellini e sconosciuiti (castamente sulle guancie amore, non preoccuparti, non mi svendo al primo venuto!) e a brindare con bevande ignote mangiando pistacchi.

Capitolo 2
"MI SPOSO!!!
Beata te, noi siamo disperate!"

Due ragazze bellissime, forse modelle, mi guardano - mai frase fu più corretta - dall'alto in basso. La Vale, incurante dei 30 cm circa che ci dividevano da loro (e non ho contato i tacchi) sbandiera felice il mio imminente matrimonio e loro, invece di squadrarci con compassione, si abbandonano in una confessione donna/donna, degna della migliore delle telenovelas messicane, e ci dicono: "Beata te, noi siamo disperate!". Viva la sincerità dall'alto di un tacco 15!

Capitolo 3
"CORAGGIO VS ARROGANZA."

Un personaggio che auguro a tutti voi di incontrare. L'abbigliamento di Corona, i capelli di Jovetic, lo sguardo da Ceccherini, in un total look Dolce e Gabbana. Mi guarda - mai visti prima - e mi dice: "No, cazzo, tesoro, ti sposi??! Veramente, ma perchè??". E, allontanandosi, regala questa perla al mondo:

"Per sposarsi non ci vuole coraggio. Ci vuole arroganza."

Capitolo 4
"CERTEZZE CHE CROLLANO"

Prima di sposarsi è necessario, e le mie amiche lo sanno bene, mettere in discussione le certezze che si credono di avere sul proprio fidanzato. Non so quanti potrebbero reggere al trauma di sapere che in realtà quello che credono da una vita non è vero. Mi viene fatto un test su Alberto. Quante cose so su di lui. Prima di pubblicare la versione integrale posso anticipare che - e questa gliela rinfaccerò finchè campo - dopo avermi stressato per ore per scegliere il millefoglie come dolce nunziale ("perchè, amore, è il mio dolce preferito... mi piace tantone!!!") ha osato dichiarare che il suo dolce preferito è il tiramisù, facendomi cannare la risposta correta. Maledetto. Lui, il millefoglie e il tiramisù.

Capitolo 5
"Chi rompe PAGA"

E i cocci sono suoi. Propongo di tornare a riprenderci i resti della cornetta della doccia che ci è rimastra in mano. Avendola pagata 20 euro ne avremmo diritto, vero Ele??

Capitolo 6
"TU CHIAMALE, SE VUOI, EMO"

EMO (che non è il diminuitivo di scemo, come brillantemente suggerito da Ranieri) è farsi attraversare da EMOzioni (per l'appunto) forti, anche fossero negative. Finire una domenica pomeriggio a prendere il caffè in un bar a Pontremoli e ritrovarsi a piangere come 7 viti tagliate è molto di più che essersi interrogate sulla tendenza adolescenziale del momento. È viverla. Un'esperienza da tagliarsi le vene. Metaforiche ovviamente.


In conclusione ho fatturato 0,75 centesimi dalla vendita di pistacchi (tra Firenze, Filattiera, Pontremoli e Stazzema), dormito circa 2 ore, parlato ben al di sopra delle mie capacità (ma la Franci si è offerta a perdere la voce per tutte, venendo scambiata anche per un trans all'ingresso del bagno delle signore), realizzato che, su un panel considerevole, l'affermazione "MI SPOSO" porta le persone a pensare che ti sia capitata una disgrazia megalitica, ma questo me lo lascio per un altro post.

Ultimo pensiero per i capolavori di questi due giorni. Non il papiro originale, non il vino (ottimo e abbondante), non la Lunigiana e nemmeno la popolazione maschile di Stazzema.
Mentre tornavo a casa, aprendo il cancello con la valigia in mano, mi sono sentita come un bambino su un galeone che ha scoperto il segreto dei pirati. E ho aperto il mio forziere con dentro il tesoro. C'erano le mie amiche.


S.