lunedì 27 febbraio 2012

Datemi un martello

Che cosa ne vuoi fare?!

Qualche sera fa io avrei avuto tanta tentazione di tirarlo in testa a due individui particolarmente molesti che, in un cinema vuoto, hanno fatto alzare le uniche quattro persone sedute, perché occupavano i loro posti. Due delle quattro eravamo io e mamma Tatiana.

domenica 19 febbraio 2012

Consigli per giovani sposi

Alcuni giorni fa due coppie di amici alle quali vogliamo molto bene ci hanno annunciato il loro matrimonio. Con un'esperienza che dura la bellezza di 17 (diciassette) mesi, ecco alcuni consigli che vorremmo dare a tutti coloro che si stanno per sposare:

mercoledì 15 febbraio 2012

Milano e un cielo azzurro ma non troppo


Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.

martedì 14 febbraio 2012

Il piacere di lavorare nell’IT/2


Riunione sui test con due fornitori di sviluppo software, diciamo i più significativi in Italia. Li chiameremo A e B.
B ha preliminarmente inviato il documento chiamato testbook (2 pagine, due) a tutto il gruppo di lavoro prima della riunione nella quale è previsto di discuterne.

Comincia la riunione.
Project manager, con l'aria di chi vuol dare il via a una conversazione quasi scontata: “B ha inviato a tutti una mail con il testbook. Voi di A l’avete letto?”
A: (attimi di silenzio) “...sì, l’abbiamo letto... l’abbiamo letto ad alto livello.”

Unico dispiacere è che fossimo in conference call, così ci siamo persi di vedere dal vivo la faccia di uno che abbia letto qualcosa ad alto livello.

venerdì 10 febbraio 2012

Promozioni

È quasi San Valentino. Certa che quel povero santo si sarebbe fatto decapitare all'istante se avesse potuto vedere l'ambaradan che si scatena ogni anno per il suo onomastico, vivo la mia vita cercando di far finta che la data non esista. Ma è difficile non scontrarsi contro il 14 di febbraio. Soprattutto in palestra. Da una settimana - perché si parte per tempo - cartelloni rossi con tanti, tanti cuori riempiono le stanze del seminterrato che per semplicità chiamiamo palestra.
Sul cartellone puoi appendere dei post it (rosa) con il tuo numero di telefono e il tuo nome. Non si capisce bene che cosa dovrebbe succedere: immagino che uno peschi a caso un nome e chiami il numero. Cosa venga dopo è meglio tacerlo.
Comunque io non sono interessata. Ma ieri mi bloccano all'ingresso.
"Saschia!"
"..."
"Abbiamo un super super promozione per te."
A parte che se dici super super promozione un'altra volta, tento di suicidarmi con il tapis roulant, provo ad aggiungere "Sì, grazie del pensiero, ma vorrei far notare che ho appena rinnovato l'abbonamento per due anni..."
"Eh! Ma è una super super promozione!"
Vabbè, contro le super super promozioni che ci vuoi fare "Dimmi."
"Allora è la promozione San Valentino: 10 anni, 500 euro."
"Ma io francamente tra 10 anni spererei di non essere qui" (e di potermi permettere non dico di avere di nuovo un cavallo, ma almeno di andare a giocare a tennis).
"Ma nessun problema, puoi dividere con qualcuno: 5 e 5."
"Anche 5 anni mi sembrano un orizzonte un po' lunghino."
"Ma nessun problema, puoi venderlo!"
"Venderlo? A chi lo vendo scusa?"
"Ma cara, là fuori è pieno di gente che non vorrebbe altro!"

Mi sembra di essere in un aereo della Ryanair, dove non riesci a leggere 1, dico 1, riga di un libro senza essere interrotto da una voce metallica e ti vuole appioppare qualcosa. Inutile opporsi.
Vado a buttarmi in questo mondo entusiasmante, pieno di gente che non vorrebbe altro che un abbonamento decennale per palestra.
Vi auguro una buona giornata.

S.

lunedì 6 febbraio 2012

Aggiornamento carriera

Venerdì mattina. Approfittando del ritiro del marito, trasferta a Firenze. Quando mai mi ricapiterà di essere a Firenze il venerdì? Mai più e quindi via alla segreteria studenti per ritirare la pergamena di laurea. Speriamo sia pronta, dopo 8 anni.
Arrivo alla segreteria. Sono carica e pronta a tutto. Entro. La desolazione. Il nulla. Il nulla eccetto una specie di autovelox munito di touchscreen. Una specie di generatore di numeri, stile poste. Come se al banco gastronomia ci fossero 3 aree: salumi, formaggi, salsine&sottaceti.
Proviamoci. Scelgo sicura: scienze politiche. A questo punto si apre un ventaglio di opzioni tra cui i miei occhi selezionano subito la mia "Pergamene di laurea". Sono felicissima. La segreteria dell'Università degli Studi di Firenze al passo con i tempi! Grande università pubblica alle calcagna di quella privata. Pensando che forse avrei potuto fare sia specialistica che Master a Firenze, clicco il mio bel pulsante dedicato. "Non disponibile". Provo un'altra opzione: Certificati di Laurea. "Non disponibile". Non mi innervosisco. La terza funzionerà sicuro. Nulla. Un'altra e un'altra ancora. Non disponibile.
Il sangue mi inizia a ribollire. Incurante di quello che ho pensato pochi secondi prima, maledico l'università pubblica e postulo che la privatizzazione totale sia il bene estremo, quando una tipa mi dice:

"L'unico che funziona è AGGIORNAMENTO CARRIERE".
Provo. Funziona.
Mi metto in coda e in 10 minuti ho la mia bella pergamena in mano, firmata dall'augusto rettore. Tra me e me penso: "Vedi, sei la solita polemica... Guarda come sono efficienti".
Sto per andarmene. Solo un secondo.
"Scusa - faccio alla ragazza che lavora lì - abbi pazienza, mi diresti dove è il bagno?"
Mi guarda smarrita, come se le avessi appena chiesto di risolvermi un integrale complesso (non ho idea di cosa sia ma mi pare renda l'idea).
"Eh... non lo so."



C'è poco da aggiungere. Nella vita bisogna imparare a essere moderati nei giudizi, ma intanto se impari a sopravvivere all'Università pubblica, niente nella vita ti può più sconvolgere.


S.


PS: Se poi impari anche dove sia il bagno hai le carte in regola per fare strada.

domenica 5 febbraio 2012

Considerazioni a margine di una bufera di neve




Mercoledì sera chiacchierata con Franz all'enoteca Il Cavallante a Porta Romana. Posto carino e con selezione di vini dignitosissima, peccato che i gestori si rivelino sempre molto antipatici.
Alcune delle cose che ho imparato:
  • il friulano di Sirch è un vino che consiglierei
  • è difficile parlare di qualcosa di diverso dalle dinamiche lavorative se in ufficio ci passi almeno 10 ore al giorno (pranzo escluso)
  • Gerard Berger è la società di consulenza del momento (qualunque cosa questo significhi)
  • a Milano oggi conviene stare in affitto anziché comprare casa (ma, come si dice da tempo immemore, fra un anno i prezzi crolleranno)
  • ci sarebbe tanto bisogno della pace nel mondo
  • avere un coinquilino ti permette di attingere al suo parco cravatte garantendoti un deciso salto in avanti a livello di immagine
  • fingere spudoratamente di riconoscere la gente che ti saluta chiamandoti per nome (ma dei quali non ricordi neanche dove vi siate conosciuti) è una tattica che alla lunga paga
  • i rasta spesso guidano le M3
  • una moglie a casa in attesa che torni il marito è capace di stirare 5 camicie, 4 magliette, 1 golf, 1 felpa, 1 tovaglia e contemporaneamente commuovesi guardando Lawrence d'Arabia in lingua originale
  • guidare il motorino sul pavè quando nevica e c'è qualche grado sotto lo zero è pericoloso e c'è bisogno di affidarsi agli angeli custodi per tornare a casa integri
  • gli angeli custodi non tradiscono

giovedì 2 febbraio 2012

Regali e affini

Albe mi segnala un evento goduriosissimo, targato AIS Piemonte. Sauternes e Barsac, dolci da leggenda.
Tra i vini in degustazione Yquem del 1983, Fargues 1986, Climens del 1967, ecc ecc.
Prendo l'iniziativa.
@ Sà andiamoci. Follia ma va fatta.
@ Albe (con rumore di registratore di cassa di sottofondo) 190 euro solo di degustazione. Poi c'è da arrivarci, in Piemonte. Regalo per i miei 30 anni?
@ Sà Io il regalo per i 30 anni te l'ho già fatto.
@ Albe Allora ti faccio io il tuo in anticipo!
@ Sà Penserai mica di cavartela con 100 euro? Barbone.


E in un attimo, mi tornano in mente le parole della Vecchia, detta Highlander (la Bruna immortale), che tutte le volte che le rispondevo storta per qualche piacere che domandava, mi diceva:
"A fà di' bbene a' ciuchi, e si piglia le pedate."


È proprio vero: gli anziani sono depositari di una saggezza d'annata. Quasi come lo Chateau d'Yquem.


S.

mercoledì 1 febbraio 2012

Il criceto e la tartaruga

Dopo 3 mesi dal pagamento di un abbonamento annuale in palestra, sabato mi sono finalmente risolto a prestare il mio volto a una webcam a bassissima definizione per farmi fotografare e far figurare il mio volto (scuro e sgranatissimo) su una tesserina della 20-Hours, la catena discount dei body builder milanesi.


A fronte di un importo decisamente contenuto (frutto di abile contrattazione da parte di una moglie cammelliera), ho a disposizione una specie di enorme garage pieno di gente disposta a tutto pur di raggiungere il karma agognato dall'uomo moderno al quale si dà il nome di corpo tonico.
Faccio una rapida visita all'essenziale spogliatoio, infilo maglietta e pantaloncini Kalenji, finalmente fletto i muscoli e sono nel vuoto.
La segretaria, solerte, mi presenta l'istruttore, Aron, che mi prende subito sotto la sua ala, tra il deltoide del cobra e un bicipite grande come il mio busto.
Lo guardo, sorrido cordiale. Esordisco: "Io vorrei  correre..."
Aron mi blocca: "Certo, 10 minuti di corsa. Quindi, addominali. Crunch". Vorrei fermarlo e dirgli, che, sì, possiamo fare tutto, anche il crunch, che mi sembra una marca di schifezze per adolescenti come il Mars e il Twix, ma queste attività hanno un ranking piuttosto in basso nella mia scala di priorità. Ma non c'è tempo, mi porta con lui. Si distende sul tappetino e, concentratissimo, comincia ad agitarsi.
"Dicevamo, addominali. Prima quelli alti. 20 ripetuti 3 volte. Quindi quelli bassi" e giù che si danna a farmi vedere come dovrei fare e a dimostrarmi che lui è in grado di effettuarne 12 serie da 80 senza neanche sudare. Inebetito, annuisco.
"Poi, potenziamento pettorali. Le macchine al piano di sopra. Full body, un mese". Mi faccio coraggio. Gli spiego che il mio obiettivo non è fare del mio fisico un modello per l'umanità e che, considerato che non faccio attività fisica da luglio scorso, è già un miracolo che riesca ancora a camminare.
Aron mi fissa, deluso. "Ah, ok. La macchina per correre è là" e se ne va.


Forse ho spezzato il cuore a un instruttore. Tremo all'idea di aprire l'homepage del Corriere e venire a sapere di un certo trainer (a Milano si dice così) che si sia nottetempo impiccato a un bilanciere, sfiduciato dalla sua incapacità di essere il guru del muscolo trapezio.


In ogni caso, dal mio punto di vista, ho finalmente carta bianca per fare quello che mi pare. Tra tutti i tapis roulant per correre, scelgo quello più tattico per sostenermi il morale. A sinistra, 45enne al terzo infarto al quale il cardiologo ha intimato di fare qualche tipo di attività fisica per levarsi la soddisfazione di scavallare almeno quota 50. A destra, signore obeso che, pur camminando, suda come una bestia. In mezzo, io, mingherlino e con la massa grassa di un hipster.
Finalmente, il mondo vede la nascita di un nuovo criceto. Davanti a noi, specchi. Dietro di noi, specchi. Corro. Io e i miei compagni di viaggio, passo dopo passo per rimanere sempre nello stesso punto, ci vediamo proiettati nell'infinito, milioni di criceti come noi che corrono alle nostre spalle, milioni di criceti come noi davanti. Ognuno nel suo silenzio, nel suo infarto, nella sua obesità, nelle sue ossa. 
Accerchiato, smarrito, prendo l'iphone e mi caccio le cuffie nelle orecchie per non sentire i rantoli dei miei sodali. In modalità riproduzione causale, parto bene con un qualche successo dance dell'estate scorsa, tanta cassa allegria estate pelli abbronzate vacanze sole mojito. Non ho tenuto conto del gran caos che è la libreria musicale del mio telefono e della blasfema coesistenza tra canzoni fracassone e brani di lettura spirituale. Capita così che quando mi sto avviando a chiudere con brio il primo chilometro, parte una delle meditazioni di San Josemarìa che sono solito ascoltare quando vado a lavoro. Da quel momento, la cosa si ripete piuttosto spesso, intervallandomi Pitbull e David Guetta con "Il Cuore di Gesù, pace dei Cristiani" e passi dell'enciclica "Spe salvi" del nostro Papone BXVI. In cuor mio, mi riprometto di ovviare suddividendo le canzoni nelle due playlist "Spirito" e "Corpo" appena arrivato a casa.


La cosa bella di correre su una macchina stando fermi, è la possibilità di farsi un'idea del mondo che ci sta attorno. La palestra, in questo senso, permette di dare uno sguardo all'umanità nella sua versione più disperata. Ve lo posso confidare: ho visto esseri umani soffrire come bestie. Ho visto la sofferenza scolpita nei tratti delle persone, sfigurarne i volti, dilaniarne lo sguardo. Sforzi supremi, sfide impossibili. Tonnellate di ferro, del valore ben noto, sollevate con urla, sfidando quel grande nemico della gravità. Muscoli gonfi all'inverosimile, tendini tesi fino alla spasmo, tutto per cercare di avere un corpo perfetto.
Da un punto di vista umano, è stata un'esperienza superiore alle mie capacità di comprensione. La mia corsa di 35 minuti sul tapis roulant (oltre quanto mi aspettassi, lo confesso) è proseguita velocemente verso casa.
Ora so cosa sia il dolore. Se queste cose non le vivete non potete capire, non potete.