giovedì 14 aprile 2011

Animali di casa / 2


Tutte le mattine Otto ci ringrazia perchè non fa una vita da cani. Non gli si può dare torto. Se sei nato barboncino il tuo destino dovrebbe già essere segnato. E invece no. Io e Saschia gli abbiamo ritagliato un ruolo molto funzionale in casa e per questo ci è riconoscente.
Come prima cosa abbiamo abbinato alla sua mise fragola un collare pistacchio che lo slancia e contribuisce a mantenere uno stile casalingo molto identitario.
Quindi gli abbiamo consegnato il ruolo di pulitore evoluto, trasformandolo in una scopa d'assalto. Riesce bene a mascherare una certa gelosia che prova per l'aspirapolvere per il quale ho più volte manifestato un'odiosa preferenza.
Figlio di una madre tedesca che quando era piccolo era solita leggergli Il gatto con gli stivali, Otto è assai esigente con se stesso. Molto dedito al lavoro, è piuttoso raro che si attardi con gli amici fuori a bere un boccale di birra. Le sue sortite al parchetto di Via Tabacchi si limitano a quelle necessarie ai bisogni di natura, a meno di sporadiche visite per leggere un libro (autori preferiti: Mann e Kafka).

mercoledì 13 aprile 2011

Chi più ne ha più ne metta



T5 stanotte ha ospitato 7 persone. In 37 mq di casa abbiamo dormito, realmente, in 7. 4 adulti e 3 nani (anche se vi assicuro che Elia tanto nano non è).
E siamo tutti vivi (Livio compreso che comunque è a rischio tisi).

Stanotte si bissa. Qualcuno si vuole unire?

S.

lunedì 11 aprile 2011

Marcello, come here!

È uno splendido lunedì pomeriggio di Aprile a Milano.
Il sole splende e ha addirittura asciugato due, dico due, lavatrici. Che desiderare di più dalla vita che un bucato asciugato al sole?

Solo una cosa si frappone tra me e il Nirvana. Marcello.
Marcello è il bambino degli iper ricchi del circondario. Gli iper ricchi che hanno una casa a pian terreno, visibile dalla nostra popolarissima terrazza di casa di ringhiera, all'interno di una corte. Silenziosissima. Hanno una casa fighissima, un cane fighissimo, vestiti fighissimi, 3 macchine fighissime (e loro sono in 2). Non si capisce che cosa facciano nella vita visto che sono sempre a leggere il giornale in ciabatte o in completo da tennis, pronti a scattare per un doppio, sempre con le racchette in macchina. Hanno anche due bambini: di una ancora non sappiamo il nome, il secondo è Marcello, un odioso bambino di un'età compresa tra i 2 e i 4 anni. Marcello, se vuole un cosa, urla. Ma non urla, punto. Marcello URLA. Marcello può spaccarti le orecchie, Marcello supera il cortile, i muri, la porta blindata. Marcello supera anche il muro del suono. Bene, in questo splendido lunedì pomeriggio di Aprile a Milano, Marcello sta urlando come un pazzo.

In questo panorama di disperazione, la nostra società con le sue spinte new age di ascolto e dialogo ci viene in soccorso. Se Marcello urla (generalmente perchè non gli viene dato qualcosa che chiede) quale soluzione migliore di organizzare una tavola rotonda, lui, sua sorella e sua mamma? Certo! È 20 minuti che di fronte a questo nano malefico che non smette di urlare ho sentito le seguenti frasi: "Marcello, caro, dimmi cos'hai.", "No, no, birbantello, non si urla", "Marcello, non è bello urlare. Dimmi di quello di cui hai bisogno" e la migliore: "Marcello parlami".

Parlami. Ma come parlami??? Marcello non sa parlare. È un bambino, Santo Cielo, qualcuno può iniziarlo a trattare come un bambino, dargli una manata e farlo smettere di urlare???
Marcello, come here! Un giorno io e te faremo i conti.

S.