lunedì 28 marzo 2011

Nella buona e nella cattiva sorte | Atto I

INT. T5, Milano - notte

Lei è stanca, tanto stanca. Le sue membra quasi non la tengono in piedi. L'orologio segna le 23:47 e lei è ancora al lavoro.
Un mal di testa sahariano. Sconfinato. Ma deve finire. Il suo dovere è quello. Le sue mani scivolano sull'asse, fino a sistemare anche i piccoli dettagli. I gesti sono sempre uguali ma ogni volta è come se fossero nuovi. Un attimo di attesa. È stanca tanto stanca, ma deve finire. Dalle 8 non si è fermata un attimo. Fedele, operosa, con la testa china continua quel compito ingrato ma utile. Anzi indispensabile. "Nella buona e nella cattiva sorte", ripete. Lei sa che sta facendo il suo dovere. Potrebbe essere in una qualsiasi balera ma no. Stoica. Il dovere prima di tutto.
Sa che ha quasi finito, lo sente. Si gira, con un sorriso (stanco anche quello). "Sarà l'ultima, questa" pensa.
Alza lo sguardo. Cade il merito, sembra che stia per svenire.

"Ma stiamo scherzandoooooooooo???????"

Andate via tutti. Lasciatemi sola. Non stavo cucendo palloni ma stirando camicie. Molto, molto peggio. Davanti a me ce ne sono ancora 17. 17, capito? E sono 4 ore che stiro. 4. Ma quante camicie può vere un uomo? Andate via tutti. Lasciatemi sola.

Ma rimanere insieme nella buona e nella cattiva sorte, vorrà mica dire che le camicie se le deve stirare anche il Signor Pistacchio?

S.

PS: Almeno facciamo 50, 50.

venerdì 25 marzo 2011

Animali di casa / 1


Da quando è entrata a far parte della famiglia, Eva ha sempre dato pochi problemi. Non è facile nascere serpente e mantenere un atteggiamento fedele e rispettoso.
Nell'economia domestica, Eva aiuta prevalentemente a bloccare il maestrale che entra a folate sotto la porta di casa.
Ancora non ha deciso cosa fare la prossima estate. L'altro giorno abbiamo visto che stava cercando annunci per una serpe alla pari in qualche paese del nord Europa.
Una volta mi ha confidato che quando era piccola voleva lavorare in un negozio di scarpe.
Detesta le feste di carnevale e soprattutto le mele.

martedì 22 marzo 2011

Banana Republic

Sono indignato.
E' una vergogna.
La civiltà occidentale, e in particolare quella italiana, -è noto- è moribonda.
Di fronte a certe evidenze, ritengo però che l'estinzione sia un atto dovuto.
Non avete idea di cosa parli?
Cliccate qui.

martedì 15 marzo 2011

Bella ciao

Sono le 19,50 di una tipica serata milanese. Piove. Sono reduce (più o meno consapevole) di 8 ore di lezione intense, oltre che un meeting per scrivere la sceneggiatura di Don Matteo. Me ne torno a casa in bicicletta, sotto la pioggia.
I soliti 4 piani di scale a piedi (per mitigare il senso di colpa di non essere andata in palestra). Sono a casa. Finalmente. Posiziono tutto sul tavolo per poter continuare a scrivere in tutta calma. Computer, acqua, occhiali, carote crude (sempre per il solito senso di colpa di cui sopra).
E mentre sono trasportata dalla mia ispirazione creativa, mentre penso a cosa potrebbe dire il Maresciallo Cecchini al Marchese Sanza, impenitente appassionato di corse di cavalli, sento delle voci dal ballatoio.

Non tutti sanno che io e Albe viviamo in una tipica casa di ringhiera milanese, una di quelle dove un ballatoio comune collega diversi appartamentini (faremo post ad hoc). Per ora vi basti sapere, prima di avere altri dettagli, che si può sentire tutto quello che succede fuori di casa, a patto che succeda a non più di 10 metri dalla porta.

Sento una voce che parla in milanèse, molto velocemente. Ordinaria amministrazione. Mi rimetto a scrivere.
"Sì, parlo di una visione condivisa, un modello bolscevico." La voce continua.
"Basta attese. Parlo di un approccio internazionale. Sai che i giovani stanno squartando il Nord Africa?!"
È decisamente troppo. Mi dispiace ma il Maresciallo Cecchini non riesce più a frenare la mia curiosità. La voce incalza.
"Come ti chiami?" Parla con qualcuno.
"Eva" (Eva è la nostra vicina!)
"Eva, questa è un'opportunità non un giornale. È quello che ti può aprire gli occhi. È Lotta Comunista!"

(O mio Dio, ha ragione il nostro Premier! I comunisti esistono! Di più, sono sul mio ballatoio e sono anche sola in casa!)
"Eva, questo è un invito. Non solo per Aprile, ma anche per Maggio, Perchè i lavoratori, tutti uniti, tutti insieme, faranno la libertà!"
Eva ride.
"Allora grazie, grazie mille. Ci vediamo per il Primo Maggio. E anche prima per quella cosa. Ciao Compagni!"

La prossima sono io. Tra loro e me solo 2 passi. Li sento. Gli avranno detto che mi trovo qua. Non potrò resistere a lungo. Albe, sappi che ti ho amato tanto (e che non ho ancora mandato la lavatrice).



PS: Vale come martirio questo?