martedì 31 agosto 2010

Menoquattro - Manuale per prepararsi

Victor Hugo disse che se tutta la letteratura fosse stata distrutta e fosse stato affidato a lui il compito di salvare solo un libro, avrebbe scelto il libro di Giobbe.

Questo libro vuole rispondere a una domanda che tutti ci siamo fatti: perchè Dio fa soffrire i giusti? Perchè esiste il dolore?

Nel farlo Giobbe (che è tutto meno che un uomo noioso e paziente, come da immaginario collettivo) spezza i vincoli del perbenismo, i formalismi accettati della religione, le rassegnazioni scontate, la meccanica ebraica della giustizia retributiva. Giobbe lotta, non capisce, si arrabbia, in un rapporto nudo e autentico con il Signore. Si lamenta continuamente, arrivando quasi alla bestemmia, si ribella alla sua misera sorte.
Semplicemente vuole sapere: perchè soffriamo?

Da soli non avremo mai nessuna risposta. Sarebbe come guardare un arazzo dalla parte dei nodi: potremmo sicuramente intuire qualcosa ma non vedremmo chiaramente il disegno reale. Il problema si imposta ma non si risolve.
Allora avanti.
Troppo facile se qualcuno ci avesse messo davanti una spiegazione scodellata. Spetta a noi trovare il senso.


Dal libro di Giobbe (Gb 38, 4-24)

"Quando io ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri?
Dimmelo, se sei tanto intelligente!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la corda per misurare?
Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e acclamavano tutti i figli di Dio?
Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite e gli ho messo chiavistello e porte, dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?
Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora, perché essa afferri la terra per i lembi e ne scuota via i malvagi ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo e si tinga come un vestito, e sia negata ai malvagi la loro luce e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state indicate le porte della morte e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai considerato quanto si estende la terra? Dillo, se sai tutto questo!
Quale è la strada dove abita la luce e dove dimorano le tenebre perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
Sei mai giunto ai depositi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine, che io riserbo per l’ora della sciagura, per il giorno della guerra e della battaglia?
Per quali vie si diffonde la luce, da dove il vento d’oriente invade la terra?"

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