martedì 9 aprile 2013

Casaperta e dintorni


Dedicato a lui, il mobile del nostro salone.
Il mobile che ci piace perché non può lasciare indifferenti.
Tutti hanno un'opinione su di lui. E generalmente l'opinione è: "ragazzi, bella casa, bello tutto, ma questo mobile fa schifo!"

Ebbene sì, il mobile che fa schifo a tutti, a parte a qualche amico intimissimo e a me e ad Alberto che - non a caso - ci siamo sposati.

È stato un colpo di fulmine. Alcune spose raccontano che succeda loro con il vestito.
E mentre a me il vestito diceva solo: "Saschia, sono bianco e su questo non possiamo soprassedere: vediamo di dimagrire?", in compenso mi ha parlato il mobile.
Mi ha parlato alla mostra dell'antiquariato di Sarzana dove mi, ci ha guardato, con le sue vetrine che luccicavano nel sole - o forse era solo il sudore, visto che avevamo appena scalato la Pania della Croce. Ci ha folgorato, tutti e due contemporaneamente, tant'è che ci siamo guardati e sapevamo già cosa stesse pensando l'altro.
Troppo Harmony? 
Riformulo. I suoi tarli, le sue piastrelle portoghesi, il vimini intrecciato, le sue ante che non si chiudono, il legno che ci hanno spacciato come ebano ma sicuramente non lo è, hanno contato fino a tre e hanno urlato, all'unisono: SALBE!
E noi lì, lo abbiamo saputo. Era il mobile del salone.

Perché, vi chiederete? Molto semplice. Perché ha personalità e a noi le cose che hanno qualcosa da dire ci piacciono parecchio. Non è un mobile jolly, che puoi mettere dappertutto. Lui chiede attenzione e spazio e luce e una voce perché vuole parlare. 

E in questa settimana dove a Milano si vedono tante cose strane, ma poche con personalità noi celebriamo ancora di più quelle che prendono davvero una posizione.
Un po' come la lampada kalashnikov. Ma questa è un'altra storia.

Diamo il nostro contributo alla settimana più cul di Milano.
Il nostro evento - lo sapete - è giovedì.

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