lunedì 21 ottobre 2013

Genesi di un tweet viola

Con l'antipatia per la Juventus ci sono nato. Da quando sono piccino, sono stato circondato da un odio profondo per quella squadra, che troppe angherie e sopraffazioni ha fatto alla Fiorentina (e al mondo intero, ma quello mi ha sempre interessato meno). Ero appena nato e ci rubarono lo scudetto dell'82, avevo l'età della ragione quando fummo spediti a giocare la finale di Coppa Uefa ad Avellino (Avellino! ancora non ci si può credere), senza poi parlare dell'affare Baggio e di tutto il resto.
Immagino, perdonate la leggerezza del confronto, sia come per bambino nato in un campo di rifugiati per ragioni etniche. E' normale non sopportare quelli che perseguitano la tua gente e che alla fine ti hanno costretto a stare là.


Fatto sta che per me odiare la Juve e i loro modi immorali di interpretare il calcio sono stati sempre la cosa più normale del mondo. La partita con la Juve per me è LA partita e, con una mentalità che alcuni definiranno provinciale, per me vincere vale vincere il campionato, tanto quello sarà difficile comunque guadagnarcelo.

L'ultima volta che avevamo vinto a Firenze era stato nel '98, in un posticipo che ancora mi mette i brividi. Mi sembra ieri essere in mezzo a quella bolgia. Era un altro calcio, ricordo cariche della polizia, fumogeni, un motorino entrato in curva. Poi il cross di Oliveira, Batistuta di testa, il gesto della mitragliatrice sotto la curva, i cori a Lippi, 1-0 e a casa. Lo racconterò forse in un altro post.

Oggi, dopo 15 anni di amarezze e umiliazioni, la Fiorentina vince di nuovo. Non la vedo perché siamo a pranzo da amici, al quale non avrei rinunciato per nulla al mondo. Mi documento a valle di tutto. Leggo che abbiamo vinto, e sono contento. Leggo che lo abbiamo fatto in rimonta, e sono ancora più contento. Ormai il mio animo ultras è lì in un cassetto, mi compiaccio ma non ne faccio più una questione di vita o di morte, la mia esistenza per fortuna ora segue altri equilibri. Ricordo fra l'altro che nel recente passato in più di un'occasione abbiamo subito sconfitte brucianti, ottenute scavandoci la fossa con le nostre mani, senza essere derubati di alcunché. Conosco il dolore sportivo personale e rispetto quello degli altri, motivo per cui mi astengo in generale dagli sfottò del dopo partita. Apprezzo gli amici che tante volte hanno taciuto la loro soddisfazione nel battermi, così io cerco di fare altrettanto.

Leggo poi che durante la partita i giocatori juventini hanno esultato facendo il gesto della mitraglia.
No, questo no. Tutto cambia. Usare i gesti dei tuoi eroi del passato, specialmente in un confronto tanto acceso, significa calpestare la tradizione, significa infangare la memoria del nostro più grande goleador, significa prendere come propria la passione degli altri, per farsene beffe. Questo mi fa letteralmente imbestialire.

Come un (re) leone ferito, decido di passare all'azione con le maniere forti, impugnando le armi di un nativo digitale e di scrivere un tweet. Medito, medito, medito, con l'obiettivo di raggiungere una sintesi di pensiero tagliente ma al tempo stesso elegante. Dopo profonde elucubrazioni, partorisco:

Chi non ha rispetto del nostro passato, non merita niente dal futuro. Gobbi eravate e gobbi resterete, temo.

Ammetto di essere soddisfatto perché in una riga riesco a condensare:
- l'importanza della memoria storica, concetto a me caro
- l'indignazione per l'oltraggio subito
- l'augurio che quanto fatto oggi abbia conseguenze in futuro
- la declinazione dell'augurio nel destino di rimanere "gobbi", l'insulto che da sempre caratterizza la rivalità tra le due squadre


Passo allora all'ultimo passo della creazione editoriale, mia moglie, ultimo tribunale della comunicazione in uscita della famiglia. La trovo nell'altra stanza, che sta santamente stirando.
Le porgo il telefono, lei lo guarda e con sguardo cattivo mi dice: "leva temo".
E allora capisco, una volta di più, perché l'abbia sposata.

4 commenti:

  1. -ad Avellino presente
    -nel 98 presente
    -nonostante il tempo passato, quando penso a" juve" il mio cervello,abbina immediatamente (come le lettere "c" e "q" in acqua)me..a.Non c'è niente da fare,sono inseparabili.
    Lo stesso vale per i gobbi.

    RispondiElimina
  2. Stima per Chiara, così sincera, così vera.
    Chi non ha vissuto forse non può capire.

    RispondiElimina