A Milano nevica, a Milano è tutto bianco. Poca gente si muove in macchina, pochi si avventurano fuori, tutti hanno il cappello. Molti, doppio strato di guanti.
E avere la casa piena quando fuori nevica e la televisione (se ne avessimo una) direbbe di uscire solo se strettamente necessario...
è roba da far girare la testa.
Amici che cenano, bambini che dormono come orologi svizzeri, racconti di matrimoni, lavori, sfortune nere, olio nuovo. Amici che arrivano dopo cena con cioccolatini e mani fredde. Amici nuovi di pacca che rimangono a dormire.
E mentre noi chiacchieriamo tra il salotto e la cucina, le scarpe, come i bambini, le lasciamo tutte insieme all'ingresso. Tutte accomodate su La Stampa, buona giusto per farle sgocciolare, tutte si accomodano e iniziano a chiacchierare.
Gli stivali alti discutono con le scarpe da ginnastica di quanto sia difficile per loro reggere quel tempo: pioggia quanta ne vuoi, fango, il benvenuto! ma la neve! E quanto è fastidioso tutto quel sale che le fa diventare completamente bianche. Qualcuno si lamenta anche di avere una piedopadrona che non passa mai loro la cera (saranno mica i miei?!)...
Scarpe col tacco si sfogano con le ballerine, conosciute da poco più di dieci minuti, singhiozzando che loro non se la sentivano di affrontare quel tempo, e piangono per il loro tacchetto che non tornerà mai più come prima. Gli stivaletti, snob, si sistemano zitti zitti nel posto più calduccio, rimanendo in silenzio. Le scarpe da trekking, generalmente prese in giro da tutti (sono così brutte!), dispensano consigli e regalano perle di saggezza sulla suola scanalata e anti scivolo.
Servono 5 giorni l'anno, ma in quei 5 giorni sono insopportabili.
E meno male che non c'è traccia di Moon Boot e di Timberland.
sabato 15 dicembre 2012
15 - Togliersi le scarpe prima di entrare
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